À côté des œuvres philosophiques ou poétiques, la bibliothèque de Matthias Corvin contient également des manuscrits transmettant quelques-unes des œuvres scientifiques les plus importantes de l’Antiquité grecque ou romaine. L’exposé s’attachera tout particulièrement aux textes médicaux ou naturalistes : Celse, Pline et Théophraste pour qualifier les traditions textuelles et replacer les témoins de l’ancienne bibliothèque de Matthias Corvin actuellement reconnus dans la perspective plus large de la littérature scientifique des ⅹⅴe et ⅹⅴⅰe s.
En une occasion unique en son genre au ⅹⅴe s., l’astrologie horaire semble avoir été mise au service du savoir universitaire. La date de naissance de l’université de Pozsony (Bratislava), fondée en 1467 à l’initiative du roi de Hongrie Matthias Corvin et de son chancelier, János Vitéz, résulterait en effet, si l’on en croit la tradition, d’une élection astrologique. Conservé à la fin d’un exemplaire de la nouvelle traduction gréco-latine, effectuée par Georges de Trébizonde, de l’Almageste de Ptolémée, l’horoscope de l’inauguration de cet établissement paraît avoir été dressé par Martin Bylica d’Olkusz (ou d’Ilkusch), un astronome silésien de grande réputation, attiré à la cour de Hongrie en même temps que Regiomontanus.
L’examen de cet horoscope et du bref commentaire astrologique qui l’accompagne n’est cependant pas très convaincant sur le plan technique, et l’on peut se demander s’il ne s’agit pas d’un horoscope rétrospectif, destiné à rassurer le roi de Hongrie et son chancelier sur l’avenir d’une institution toute récente et fragile : de fait, dès 1471, après la disparition de Vitéz et le départ de Regiomontanus pour l’Italie et de Bylica pour Buda, l’université de Pozsony était déjà moribonde…
Se molti e molto interessanti sono i manoscritti latini, opere classiche, patristiche, scientifico-tecniche e le traduzioni latine di opere greche affidate ai più grandi umanisti italiani del ⅹⅴ secolo, che operavano sia in Italia sia a Buda, notevole è anche la presenza nella collezione corvina di opere greche in lingua originale, caso unico nel panorama europeo, se si esclude la nascente Biblioteca Vaticana di Niccolò Ⅴ, almeno fino a Lorenzo de’ Medici, che pure volle imitare il re Mattia nella costituzione di quella che anche a Firenze sarebbe stata una biblioteca di cultura e insieme di rappresentanza politica: una Biblioteca di Stato. Dei 110 manoscritti contenenti opere greche, di cui si conserva ancora l’esemplare o di cui si ha testimonianza indiretta, circa la metà sono in lingua originale. Non mancano dall’epoca classica i testi fondamentali, anche i Padri della Chiesa bizantini e gli autori cristiani sono ben rappresentati e i libri liturgici rivestono un’importanza notevole, infine, per la loro antichità.
E’ questo suo essere una raccolta libraria latino-greca, forse, la caratteristica più sorprendente di quella che fu la prima biblioteca principesca del ⅹⅴ secolo che rispondesse appieno ai dettami della formazione culturale dell’homo novus, propugnato dalla riforma umanistica, tracciata dal programma di lettura delineato nella Politia litteraria Angelo Decembrio e insieme il simbolo di una nazione.
E’ ormai acclarato che il 1472, se da una parte fu un anno disastroso per la vita personale e politica di Vitéz e di suo nipote Janus Pannonius, dall’altro fece fare un balzo in avanti alla raccolta reale, sia dal punto di vista numerico degli esemplari conservati che dal punto di vista qualitativo e culturalmente rappresentativo, ma il salto di qualità nell’allestimento della biblioteca reale coincide con la permanenza a corte di Ugoleto, che è a Buda dal 1477 e dal 1485 ricopre il ruolo di bibliotecario della Corvina, proprio quando il re stava costruendo il contorno e la giustificazione culturale e rappresentativa della successione del figlio.
La cultura contemporanea e del secolo immediatamente successivo conosceva assai bene il valore intrinseco della raccolta, non solo il valore dei codici come manufatti, ma dei testi e della bontà della recensione di essi, oltre che dell’antichità di alcuni esemplari. All’epoca di Mattia, infatti, il 60% delle opere conservate nella biblioteca di Buda non erano ancora state edite a stampa, quindi la raccolta corvina ha un valore anche filologico sia per l’età umanistica che per la filologia moderna, proprio perché alcuni testi sono conosciuti nell’unica copia corvina, sulla quale è stata poi redatta nei secoli successivi l’ editio princeps nella versione greca o in traduzione, che mostra il grande ruolo giocato dalla Biblioteca di Buda nella ricezione della cultura greca da parte dell’Occidente europeo.
Ein Viertel der erhalten gebliebenen authentischen Corvinen (216) enthält Übersetzungen griechischer Authoren ins Lateinische. In 57 Handschriften befinden sich opera der klassischen griechischen, der griechischen patristischen und der byzantinischen Literatur. Die ca 100 Werke von 46 Authoren wurden von 32 Gelehrten ins Lateinische übersetzt.
Die Übersetztungen representieren verschiedene Epochen und Methoden der Gelehrtsamkeit (Hieronymos, Rufinus, Bruni usw.). Die Mehrheit der Corvine-Übersetzungen sind die Produkte des 15. Jahrhunderts (Traversari, Trapezuntius usw.). Durch Neufunde von Handschriften erfuhr die Kentniss der Literatur eine erhebliche Vermehrung, die Textkritik selbst wurde eine der wichtigsten Aktivitäten der Humanisten, und auch das neue Medium (Buchdruck) brachte bedeutsame Impulse für die Antikerezeption.
Unsere Aufgabe ist, die Qualität der Texte, die lateinische Übersetzungen griechischer Authoren enthalten, zu analysieren und präsentieren. Diese Analyse darf aber nicht durch Vergleich mit den heute bekannten Texten (editiones criticae), sondern durch Vergleich der damals zugänglichen Handschriften und Incunabeln gemacht werden.
Der Vortrag beschränkt sich auf die Analyse der von Traversari, Trapezuntius, Bruni, Ficino, Decembrio, Gaza und Persona ins Lateinische übersetzen Werke. Ein Teil der Translationes konnte auch im Inkunabeldruck erscheinen, und auch in dem 16. Jahrhundert weiterleben, die anderen sind aber nur in den Handschriften erhalten.
Unsere Aufgabe ist die folgende Frage zu beantworten : Welche Interpretes waren die besten in dem 15. Jahrhundert ?